“Una poesia è un esercizio di dissidenza, una professione di incredulità nell’onnipotenza di ciò che è visibile, stabile, appreso. Non c’è vera poesia che non faccia del soggetto un fuorilegge.” — José Tolentino Mendonça


Poesie

Marco Calzolari Marco Calzolari

(piano inclinato)

non è corretto quando il tuo corpo

di tutte queste idee lo circondo

mi sposti le cose le luci intorno

come i poli come fanno le pile

come i mulinelli le fiamme vive

sembra che tutto il contorno s'inclini

che la mia figura mi scivoli

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Marco Calzolari Marco Calzolari

Giglio Bianco

1.

Non ti ho persa,
dolce luce dagli occhi tristi,
perché non ti ebbi.
Mirabili esempi, come romanzi,
nuove copertine,
poesie accartocciate e gettate via.

Io amo, hai visto,
spargendo un amore senza rimedio
e pensieri, troppi,
sparigliati, glaciati dalle realtà.

Ricordo ancora
luccicanti uscite nella tua città,
destini legati
delle due anime coincise da sempre,
per sempre,
come sempre.

Ho lasciato a te
costruire storie per amarti e per
farmi amare, ma
come un bambino vuole imparare
come funzionano le cose,
le apre e ci guarda dentro,
ed ecco, le rompo.

Spero che nessuno più ti faccia questo,
e si faccia questo,
mio tenero giglio,
mio bianco ricordo.

2.

Promesse e paure,
rubammo pomeriggi all’eternità,
canzoni gentili,
crudeli interpreti delle verità,
fummo amenità.

E creammo mondi,
per primo il nostro, che cesellammo di
sogni e racconti.
Chiamammo a testimoniare la luna,
pallida astante
della potenza, nostra impenitente.

Fummo noi il destino,
amore fantolino,
eterno e per sempre,
tanto e tanto, di più.

3.

Duellò con un bacio, ma dato ad altri,
la vita temuta,
la fiera perdente dai pochi sorrisi.
Con le parole è
sempre difficile, piccola mia, lo so.
Sono la tua luce, sopprimo inizio,
fine e ragione.

Non si spiega il nulla
con le parole.
Ma si rivela.

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Marco Calzolari Marco Calzolari

(la notte)

È uno spazio vuoto, negativo
mi si espande la notte da sveglio
tutti gli echi di cose non dette
quelle irricevibili risposte

ci sovvengono

fuse in un sogno, d’ubriacarsi
attori che mancano il bicchiere
così lecchiamo vodka sul tavolo
non possiamo più uscire dal ruolo

ci sveglieremo

(2022)

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Marco Calzolari Marco Calzolari

(amore a distanza)

Un amore gli strappò via il viso
le mani, gl'occhi, infine la voce
rise di loro, dei loro motivi
quell’anima chissà, mai stata sua
riecheggia nella cabina della Sip

Lo pianse solamente per due giorni
fu lui a rimestare, nei cassetti
tenne una ventina di foglietti
il dolore è saggio, fa di conto
gettoni risparmiati nelle tasche

(la distanza permette
un abbraccio più grande)

(2005)

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Marco Calzolari Marco Calzolari

D’io

Dio che male fa
questa guerra Dio
non riesco ad ascoltare i tuoi
oracoli Dio
cose ne ho, io?
pure oscene nude, e senza Dio

Avrei bisogno
di un giorno Dio
vedere il tuo mondo, pantomima
e bisogno di
un secolo Dio
per due versi in fila, una rima

Dio
ma poi che cosa
Dio
ti parlo a fare
io

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Marco Calzolari Marco Calzolari

Se d’arte

Se d’arte farai
vita
opera e vanto
dissenso
respiri e foglie
un albero fiero e longevo
si piegherà d’arte di vento

L’arte sarà il suo amore
arte il mondo, arte o nulla
fluida l’ombra, il godere
del bacio e del pianto e di lei

Stillicidi luci buchi nel cielo
ma solo fatti dei nostri colori

La notte le stelle saremo
scarabocchiati, ma insieme

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Marco Calzolari Marco Calzolari

Ora ancora

quanto ho riletto le mie poesie
vecchie poesie, poche, troppe, stronze
e troppo poesie, quasi fantasie
sognando dei lettori come me o

quei lettori con un bisogno di me
poi un giorno bastò, un mercoledì
leggendole a voce l'ho intuito
ricordo un odore di bruciato

dei pensieri dei fogli quegli scritti
quelle due o tre rime buone quelle
che ho tenuto, per ricordare che
da allora mi sembra di star meglio

la certezza che non fosse poesia
chi legge chi scrive, indifferente
vivere non richiede ingordigia
sarò più terreno, meno stupido

fino a quando non
rileggerò questa
cosa che ho scritto
ora
ancora

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Marco Calzolari Marco Calzolari

Sudare versi

1.

Volessi sudare versi sublimi,
dovrei tacere, dormire cent’anni,
non guardare voi, gente, negli occhi,
non sentire le voci, le parole,
non avere orari, né impegni.

Potrei vivere solo col cielo
e non sapere.
Potrei mangiare solo dagli orti
e non parlare.
Potrei sognare di bestie serene
e non amarle.

2.

Perché la mente ancora straparla,
che l’ho cresciuta tra i palazzi,
ha giocato correndo per cantine,
bidoni, marciapiedi, scatoloni,
ne fece astronavi e battaglie.

Scrisse un nome di bambina,
nel suo diario,
cibò la poesia senza saperlo,
fatta di grigi,
di nebbie, polvere e soliloqui
poco sublimi.

3.

Ma così poco,
da tanto amarli nei ricordi.

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(al mio paese)

Ho smesso da tempo
di dare la colpa a questo paese
e perdonatemi se dico paese
pensateci piuttosto
fate una passeggiata
in Via Roma, alle tre del mattino
verso Piazza Garibaldi e da lì
per tutto il corso, fino al parco
all’incrocio con il viale, fermi,
guardate indietro
e trattenete un sorriso
se ci riuscite.

Prima stesura (1994) con lacrima al posto di sorriso.

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Marco Calzolari Marco Calzolari

Novemetri

Desiderò nessun legame
e impaziente
slegò ogni desiderio
da un enorme silenzioso albero
di radici profonde irremovibili
decine di anni

Partì solo
un novemetri francese
leggero veloce e con
un quaderno e una matita
e due libri e in attesa
di quel vento
a spingere un albero nuovo
dalle ampie foglie
senza radice alcuna
degli altri indifferente

Notti all’aperto
piogge sul viso sul corpo nudo
burrasche sottocoperta
a cantare a squarciagola
aggrappato sul carteggio
vomitando l’inabitudine
al nuovo amore

Cesenatico (1994)
Nuova stesura (settembre 2020)

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Marco Calzolari Marco Calzolari

Senza necessariamente

Talvolta
ci si dimentica di cose

cose lontane
il profumo delle tempeste, dopo
sui prati in cui l’erba s'asciuga
l'abbaglio delle nevi sulle creste
tra i palazzi dai viali in città

cose vicine
un'automobile in panne, forse
il cofano alzato e un uomo
nel suo cappotto aperto che fuma
la sigaretta la fiamma un viso

appoggiato alla portiera chiusa
e senza necessariamente
aspettare qualcuno
che lo aiuti.

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Marco Calzolari Marco Calzolari

E il mare tra noi

Non lo vidi subito il fascino
di quel bagno nero in quella notte
riflessi d'acciaio d’Adriatico
sonnolente e stanco che sembrava
allungarsi sulla pelle dei corpi

E dentro le dita dei piedi lenta
la sabbia, quando dorme, come fango
strisce fredde d'acqua a vorticare
spalle mani bocche si cercarono
uscimmo scorrendo perle brividi

Rammenti, mare, l'età la libertà
degli occhi nudi che si cercano
sentono e tuttavia non lasciano
l'acqua del mare, sei tu che scivoli
tra un corpo e l'altro sempre. Sempre.

Ci abbracciammo
e insieme stringemmo
il mare tra noi.

(2013)

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